“Cos’è il sesso?” non è solo una domanda dalle svariate risposte, ma un vero e proprio “quesito esistenziale” spesso determinante nelle scelte di vita. Il sesso indica tante cose: determina un’identità, un’azione, spesso un processo di procreazione.
Il sesso, l’educazione, i sentimenti, si possono insegnare?
«È a scuola che si diventa cittadini del futuro». Michela Marzano, filosofa nell’ambito morale e politico, spiega così l’importanza dell’educazione sessuale a scuola. «Bisogna dare ai bambini degli strumenti per costruirsi, per affrontare le difficoltà della vita.>>
Perché è importante che la scuola e la famiglia collaborino affinché le nuove generazioni siano educate alla sessualità? A questa domanda risponde concretamente il rapporto dell’Unesco “International Technical Guidance on Sexuality Education” del 2009, su quanto siano potenzialmente vulnerabili a forme di sfruttamento, coercizione e abuso, oggi bambini e adolescenti. Gravidanze non volute e infezioni trasmesse per via sessuale, sono condizioni che molti giovani affrontano avendo avuto a che fare con messaggi contraddittori e confusi sulla sessualità e sui rapporti tra i generi. Imbarazzo, silenzio e disapprovazione – si legge ancora nel rapporto – non aiutano a discutere in maniera aperta di sessualità da parte degli adulti, inclusi i genitori e i docenti, proprio in quelle fasi della crescita personale in cui sarebbe necessario farlo. Secondo l’Unesco tra i giovani dai 15 ai 24 anni, 60% ad esempio, non è in grado di identificare in che modo si può prevenire la trasmissione del virus HIV.
È importante evidenziare a COSA bisogna educare
Educare ad una corretta educazione sessuale, non incoraggia i bimbi e i giovani a fare sesso, al contrario, supporta il loro sviluppo sessuale oltre i meccanismi della riproduzione umana, esplorando emozioni, sentimenti e tutte quelle dinamiche relazioni interpersonali e familiari.
L’educazione sessuale è importante perché riguarda la persona nella sua totalità e tiene insieme gli aspetti fisici, cognitivi, emozionali, sociali e interattivi della sessualità. I programmi di educazione sessuale hanno lo scopo di ritardare l’età del primo rapporto sessuale, ridurre la frequenza di attività non protette, incrementare l’uso di precauzioni per evitare gravidanze non volute e malattie trasmesse per via sessuale. Un altro obiettivo è riconoscere e smontare gli stereotipi alla base delle discriminazioni di genere e quelli legati all’orientamento sessuale, ad acquisire una maggiore consapevolezza dei diritti umani e dell’uguaglianza di genere, ad avere rispetto ed empatia verso gli altri, a comunicare con i propri genitori e gli adulti, a maturare un pensiero critico e a costruire relazioni basate sul rispetto reciproco.
*Le statistiche cosa dicono?
Un resoconto dell’OMS ha valutato l’impatto di 87 programmi (29 in paesi in via di sviluppo, 47 negli Stati Uniti, 11 in alcuni paesi definiti nel rapporto “sviluppati”) di educazione sessuale nel mondo. Presi nell’insieme i dati dicono che più di un terzo dei programmi riesce a ritardare l’età del primo rapporto sessuale, a far diminuire la frequenza e il numero di rapporti con partner diversi. In 4 casi su 10, inoltre, è stato incentivato l’uso di anti-concezionali. Questo si traduce in una maggiore prevenzione di rapporti sessuali a rischio: più della metà dei 30 programmi dedicati a questo, è riuscita a raggiungere l’obiettivo prefissato.
(*fonte magazine Valigia Blu)
E in Italia?
L’assenza di un’efficace educazione sessuale nelle scuole e di un serio dibattito pubblico hanno un serio impatto culturale e sociale sulla vita quotidiana del paese. Secondo un’indagine della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia, il 37% delle donne italiane vuole maggiori informazioni su benessere e salute sessuale e oltre il 20% delle giovani tra i 20 e i 30 anni ha appreso su Internet informazioni false, o parzialmente esatte, sulla sessualità.
Scrive Sandro Iannaccone (giornalista scientifico, collaboratore per importanti testate giornaliste italiane) su Wired: “Un’indagine dell’osservatorio nazionale sulla salute dell’infanzia e dell’adolescenza, condotta nel 2013 su 1.400 giovani di sette scuole diverse, ha svelato in particolare che il 19% degli adolescenti ha rapporti sessuali prima dei 14 anni, una cifra quasi raddoppiata rispetto alle stime dell’anno precedente: il problema è che il 73% dei ragazzi non conosce le principali malattie a trasmissione sessuale (Mts) e il 33% pensa che la loro incidenza sia trascurabile.”
Con rispetto, fiducia, gioia e giustizia, si può parlare di sessualità ai bambini? Il nostro “buffo” consiglio
Cory Silverberg, è un insegnante e formatore canadese, si occupa di sessualità e disabilità, e ha scritto il libro Sesso è una parola buffa edito da Terra Nuova Edizioni nella versione italiana e disponibile anche nello shop Bottega della Luna
Sesso è una parola buffa è un testo da leggere insieme a bambini e ragazzi dai 7 ai 12 anni. Esplora il complesso mondo della sessualità, e lo fa con uno stile chiaro, semplice e molto divertente. Con il linguaggio fresco e colorato del fumetto, gli autori mettono in striscia cambiamenti fisici ed emotivi, la riscoperta di se stessi, il toccare e il toccarsi, le prime cotte e, con estrema delicatezza, alcune indicazioni per difendersi dagli abusi sessuali.
I quattro simpatici protagonisti – Jacopo, Omar, Gaia e Zai – rappresentano personalità, punti di vista e modelli familiari diversi, rendendo la differenza di ognuno una ricchezza per tutti.
A guidare la lettura sono quattro parole chiave: rispetto, fiducia, gioia e giustizia, che aiutano il giovane lettore a riconoscere i propri sentimenti, a esplorare le proprie emozioni e a non dare mai nulla per scontato.
Uno strumento indispensabile e un alleato prezioso per aiutare genitori ed educatori ad affrontare il grande tema del sesso in maniera amorevole, inclusiva e gioiosa e per crescere così figli sani, consapevoli e sereni.